TRIFOGLIO ROSSO

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  1. Apache1967
     
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    Il trifoglio rosso (Trifolium pratense - Fam. Fabaceae o Leguminose anche detto volgarmenteCaporosso) è una pianta perenne, assai diffusa e coltivata come erba da foraggio in svariati paesi del mondo.

    questo nella foto è Trifolium incarnatum


    Il trifoglio pratense predilige le praterie ed i pascoli umidi, dove cresce fino a 50 centimetri di altezza, producendo infiorescenze di colore rosso porpora.
    La droga è costituita dai fiori, che contengono un olio volatile, flavonoidi, derivati della cumarina e glicosidi cianogenici. Tra i flavonoidi, spiccano gli isoflavoni, fitoestrogeni naturali molto studiati per i loro effetti antiossidanti e similestrogenici.
    Nel trifoglio rosso sono contenuti quattro diversi isoflavoni: genisteina, daidzeina, formononetina e biochanina A (precursore della genisteina). Queste sostanze si legano ai recettori degli estrogeni comportandosi da deboli agonisti o addirittura da antagonisti. Tale azione sembra proteggere:
    dallo sviluppo di alcuni tumori ormonodipendenti (alla prostata, al seno, all'utero, al colon) e rallentarne la progressione (anche per azioni indirette, come quella anti-angiogenetica);
    da malattie dismetaboliche e cardiovascolari;
    dall'osteoporosi (aumentando la mineralizzazione ossea);
    dai disturbi associati alla menopausa.

    proprietà:
    antispasmodica
    lassativa
    detergente
    diuretica
    espettorante
    sedativa
    pelle
    tonica
    per la salute della pelle.
    per trattare l’osteoporosi.

    tra i vari isoflavoni presenti nel trifoglio rosso, la genisteina vanta il maggior potere antiossidante (tre volte superiore a quello della vitamina C) ed un ruolo cruciale nell'inibire la crescita delle cellule tumorali.
    I fitoestrogeni di trifoglio rosso sono pubblicizzati come alternativa naturale alla terapia ormonale sostitutiva, ma attualmente non esistono chiari dati sulla loro efficacia in tal senso.
    Anche se raramente queste sostanze hanno dimostrato effetti collaterali degni di nota, prima di affidarsi agli estratti di trifoglio rosso per curare qualsiasi patologia, è bene consultare il parere di un esperto, in modo particolare se si stanno già seguendo terapie particolari.

    FITOTERAPIA
    In fitoterapia, il trifoglio rosso, da assumersi previa infusione (tè o tisana), trova spazio nella cura delle affezioni respiratorie (bronchite, tosse, raucedine) e dei disturbi gastrici (diarrea, gastrite ed inappetenza).
    Per uso esterno (bagni ed impacchi), aiuta nei problemi cutanei, come in presenza di stati irritativi ed infiammatori (eczemi, psoriasi, acne).

    controindicazioni – effetti collaterali:
    Il trifoglio rosso non è raccomandato per le donne incinte e con condizioni come l'endometriosi, fibromi uterini e tumori del seno, delle ovaie o dell'utero. Non devono assumere trifoglio rosso a causa di possibili effetti estrogenici.
    E’ sconsigliata l’assunzione del trifoglio rosso anche per gli uomini in caso di carcinoma della prostata, a meno che non sia il medico stesso a consigliare di usarlo.
    Esistono poche informazioni disponibili su come il trifoglio rosso potrebbe influenzare un neonato o comunque un bambino piccolo, pertanto il suo uso non è raccomandato durante l'allattamento o durante la prima infanzia.

    Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.

    inerboristeria.com
    my-personaltrainer.it

    Edited by Alex1966 - 29/10/2012, 10:23
     
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  2. Gabrysei
     
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    il trifoglio rosso, oltre che in tisana può essere consumato mangiando i germogli .
    Ne bastano pochi grammi, 30 al dì , crescono in 3/4 giorni senza cure particolari,
    e sono ottimi aggiunti alle insalate.


    Garantiscono la prevenzione delle vampate di calore, il miglioramento del metabolismo osseo, delle rughe, e la fragilità dei capelli .
    Dai nutrizionisti sono considerati una valida alternativa alla terapia ormonale sostitutiva, insieme ai legumi, cereali integrali, soia e derivati, semi di girasole,
    semi di lino e semi di sesamo


    https://naturaebellezza.forumfree.it/?t=60270316

    https://naturaebellezza.forumfree.it/?t=59938712

    Edited by Gabrysei - 4/3/2012, 14:33
     
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  3. Naturalia*
     
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    Visto che il trifoglio contiene anche fitoestrogeni mi attacco qui perché non ho trovato un topic specifico in cui se ne parla,avrei una domanda: Vi risulta che i fitoestrogeni possano in qualche modo favorire la comparsa di macchie o essere fotosensibilizzanti? Qualcuno può aiutarmi?
     
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    Nei testi che ho a disposizione nulla ho trovato in merito al trifoglio se sia o meno fotosensibilizzante ... ma vediamo di arrivare per gradi ad una conclusione logica.

    Nel testo "Le insidie del naturale. Guida all'impiego sicuro e corretto delle piante" viene detto che le reazione cutanee dopo l'esposizione solare (eritema, edema, prurito) sono possibili dopo l'assunzione orale od il contatto con le furocumarine, sostanze particolarmente diffuse nei vegetali.
    Queste sostanze di tipo cumarinico hanno la caratteristica di formare prodotti tossici per la pelle in presenza di radiazioni ultraviolette.
    Alcune di essere sarebbero addirittura mutagene e cancerogene.

    Le forocumarine più conosciute sono : psoraleni, bergaptene, arcangelicina, xantotoxolo, imperatorina ecc.

    Tra le piante fotosensibilizzanti sono certe queste :
    - pimpinella (Pimpinella anisum L.);
    - ruta (Ruta graveolens L.);
    - prezzemolo (Petroselinum crispum);
    - iperico (Hypericum perforatum);
    - angelica (Angelica archangelica L.);
    - ammi majus;
    - bergamotto (Citrus bergamia);
    - achillea (Achillea millefolium L.);
    - levistico o sedano di monte (Levisticum officinale);
    - sedano (Apium graveolens);
    - arancio (Citrus sinensis);
    - psoralea (Psoralea bituminosa L.)

    Possiamo dedurre quindi che le sostanze di tipo cumarinico sono fotosensibilizzanti.

    Ora, siccome il trifoglio rosso nei fiori contiene un olio volatile, flavonoidi (isoflavoni, fitoestrogeni), glicosidi e derivati della cumarina viene con se che potrebbe essere fotosensibilizzante.
    Magari non lo è in piccole dosi o concentrazioni, oppure ad una pelle di carnagione scura, ma potrebbe diventarlo su una pelle chiara o delicata, oppure debilitata dall'azione del tempo o dopo l'assunzioni di farmaci.
     
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    Wow!!
    Grazie Naturalia per aver sollevato l'argomento e grazie Piergiorgio per l'ampia spiegazione.
    Io uso spesso l'estratto idrogliceroalcolico di trifoglio anche nei prodotti per il viso e non ho mai constatato la comparsa di macchie, ma adesso che lo so per non saper leggere ne' scrivere lo relegherò agli intrugli da usare di notte!! :D
     
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    Gattamartina, se non hai mai riscontrato comparsa di macchie sulla pelle del viso, dopo l'applicazione del prodotto ed esposizione al sole, è possibile che l'estratto idrogliceroalcolico che inserisci nelle tue preparazioni è basso in percentuale, oppure, se così non fosse, non hai una pelle delicata.

    Ripeto che nulla ho trovato sulla fotosensibilizzazione del trifoglio, sono solo mie deduzioni quelle che ho espresso, ma visto la pianta contiene derivati della cumarina meglio prevenire l'uso di suoi preparati da applicarsi sulla pelle da esporre poi alla luce solare ... approvo invece a pieni voti l'uso per le preparazioni adatte alla "tintarella di luna" :D
     
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    infatti! Anche se non hai dati certi sulla suo possibile effetto fotosensibilizzante, le tue deduzioni non fanno una piega Piergiorgio...quindi anche se l'ho scappolata fino ad ora per chissà che motivo, adesso che lo so mi sembra abbastanza idiota andarsela a cercare!!
     
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  8. Naturalia*
     
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    @ piergiorgio ti ringrazio molto, davvero una spiegazione completa, mi hai aperto un mondo e intendo approfondire perché l'uso dei fitoestrogeni non è così innocuo e benefico come sembra, avevo qualche dubbio ma ora me lo hai confermato. Da qualche anno Mi sono riempita di macchie dopo essermi spalmata oleolito di salvia al mare ( lo so sono scema) anche la salvia contiene fitoestrogeni ed ecco spiegato cosa è successo. Il problema è che non vanno più via .
    Ma allora anche la soia potrebbe essere un ingrediente a rischio?
    @gatta stavo progettando una bomba di crema ai fitoestrogeni ....per fortuna mi è venuto il dubbio e ho posto la domanda ...
    Adesso c'è da fare un bel lavoro per individuare tutte le sostanze che li contengono, mi riferisco soprattutto ad oleoliti, ed estratti vegetali. Ma la cosa che mi allarma di più è la soia.....la mia amata lecitina e i suoi derivati, olio, isoflavoni .
     
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    Forse non ho capito bene io ma mi era sembrato di capire che Piergiorgio avesse posto l'accento sulle focumarine e derivati, non tanto sugli isoflavoni in generale, credo che una buona parte non ne contengano di queste sostanze, adesso che lo sappiamo bisogna controllarne con attenzione i componenti.
    La soia non credo proprio rientri in questa categoria sennò qua nel forum saremmo tutte leopardate!! :lol:
     
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  10. Naturalia*
     
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    Mi sa che ho fatto confusione io nel leggere questo passaggio di piergiorgio " Ora, siccome il trifoglio rosso nei fiori contiene un olio volatile, flavonoidi (isoflavoni, fitoestrogeni), glicosidi e derivati della cumarina viene con se che potrebbe essere fotosensibilizzante." Ho pensato che si riferisse al l'insieme delle sostanze e non solo alle cumarine.
    Quindi con i fitoestrogeni si può stare tranquilli? Sai che ho qualche dubbio? Ho trovato un articolo in cui si dice che possono provocare discromie .
     
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    A quello che so, e che riesco a leggere sui testi che ho a disposizione, è la cumarina ad essere una sostanza fotosensibilizzante.

    Infatti dal punto di vista chimico si tratta di derivati del 5,6-benzo-2-pirone. Le cumarine nel mondo vegetale sono sostanze naturali largamente distribuite, e possono trovarsi sia in forma libera che glicosidica.

    Le cumarine però, a seconda del loro legame con aglicone ad una parte zuccherina, apportano anche vari effetti e benefici nei riguardi del corpo umano.

    Ad esempio l'esculina, glicoside cumarinico presente nelle foglie dell'ippocastano, è una sostanza in grado di aumentare il tono venoso. La stessa cumarina che abbonda nelle sommità fiorite del trifoglio dolce, la quale ha proprietà antiedematose negli animali, viene suggerita nell'alimentazione come trattamento dell'insufficienza venosa e delle sue manifestazioni.

    Sui fitoestrogeni in senso generale, quindi quelle molecole di origine vegetale definite generalmente “molecole fitochimiche” che agiscono sull'organismo come certi ormoni naturali, non mi risulta siano fotosensibilizzanti (in pratica gli Isoflavoni e Lignani).

    Comunque ho solo trascritto quello che trovo sui testi e sul web ... non sono uno specialista di questo campo e non voglio ne meriti ne assumermi responsabilità particolari. Se occorrono maggiori informazioni e chiarimenti, prima di procedere verso una direzione o meno sulle preparazioni cosmetiche realizzate con alcuni estratti di particolari piante, occorre ascoltare il parere di un esperto in chimica che possa tranquillizzarci sul loro utilizzo o, nel caso, vietarcelo per ovvie ragioni :D
     
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  12. monica.g
     
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    Sottoscrivo e quoto Piergiorgio, se volete approfondire il discorso vi consiglio un testo (quello che ho usato/uso io): Valnet J., Durraffourd C., Lapraz., Fitoterapia e aromaterapia, una nuova medicina, Ed. Giunti. Si parla anche e forse soprattutto dell'aromaterapia per uso interno ma non solo.

    ps: io usavo gli oli agrumati deterpenati, quando ho visto la deterpenazione preferisco utilizzarsi solo d'inverno.
     
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  13. Alex1966
     
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    immagino....cosa utilizzano, acetoni? :oh-:
     
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    Grazie ancora Piergiorgio e grazie Monica per il testo!!!
    Hai ben capito che l'interesse è altissimo. :hello-kitty23.gif:

    Questa cosa degli oli essenziale deterpenati andrebbe inserita nella discussione sugli o.e. secondo me, se non stavo partecipando a questa discussione me la perdevo!!
     
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  15. monica.g
     
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    No, per fortuna l'acetone no (almeno, questa non l'ho vista per fortuna), se si fanno le cose perbene avviene con distillazione sottovuoto ma spesso si ricorre all'ozono e si fa una perossidazione dell'o.e., a me non piace perché si snatura qualcosa di completo. C'è chi sostiene che un o.e. deterpenato sia più aromatico ma a me interessa la valenza curativa. E si conservano meno, anche se si rendono più solubili in alcool e parzialmente in acqua.
     
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20 replies since 4/3/2012, 10:50   3430 views
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