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FACCIAMO CHIAREZZA SUL PERCHE NON BISOGNA MAI RISCALDARE L’ALCOOL
LA COMBUSTIONE
La combustione è una reazione chimica di una sostanza combustibile con un comburente. Il processo da luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce.
IL TRIANGOLO DEL FUOCO
Al fine di avere una combustione occorre la presenza di un combustibile, del comburente e di una sorgente di calore o innesco. La loro presenza contemporanea costituisce il TRIANGOLO DEL FUOCO, pertanto si avrà luogo al fenomeno dell’incendio e, in certe condizioni, dell’esplosione.
Quindi, per evitare le cause di incendio ed esplosione, bisogna SEMPRE verificare che NON sussistano contemporaneamente i tre elementi sopra citati.
MAI RISCALDARE L’ALCOOL
Il combustibile, nel nostro caso, è rappresentato dall’alcool. Il comburente è l’ossigeno presente nell’aria (quindi sempre presente in natura). L’innesco può essere costituito dalla fiamma del fornello della cucina a gas, ma anche dalla fiamma di una candela o qualunque altra fiamma, ma anche da una piastra elettrica incandescente o resistenze elettriche.
Siccome il comburente è sempre presente, si deduce chiaramente che per evitare un incendio non bisogna MAI mettere l’alcool a contatto con fiamme o fonti di calore.
L'alcool evapora anche a temperatura ambiente, quindi passa dallo stato liquido allo stato di gassoso. Il processo di evaporazione dell'alcool alimentare (tipo alcool etilico neutro 95° buongusto) avviene ANCHE a temperature ambienti, sia invernali che estive. Ricordo che i vapori di alcool, composti da metanolo e propanolo (scheda scaricabile su www.bio-optica.it/pdf/10090.pdf) sono ALTAMENTE INFIAMMABILI, e in certe condizioni di saturazione con l'aria formano una miscela esplosiva.
I vapori dell’alcol sono : - facilmente infiammabili; - formano cariche elettrostatiche con rischio di accensione; - formano miscele gas/vapore-aria infiammabili ed entro certi limiti di esplosive.
Il punto di INFIAMMABILITA' del vapore di metanolo è di soli 11 °C, mentre quello di ESPLOSIONE è in una miscela metanolo/aria in un rapporto tra 6 e 36 % in volume. Il punto di AUTOACCENSIONE con una concentrazione di soli 166 grammi in un metro cubo di aria è di 385 °C. (Manuale del Perito Industriale edizioni Cremonese).
CONSIGLI E RICHIAMI ALLE ATTENZIONI
Gli esperimenti con gli alcool debbono essere fatti in ambienti controllati, tipo laboratori idonei dove le eventuali fonti di calore che possono innescare il principio di incendio/esplosione sono resi sicuri (PIASTRE AD INDUZIONE), idem gli impianti elettrici di ogni forma e tipo (illuminazione, forza motrice, allarmi ecc) perchè gli impianti di casa sono progettati per un grado di resistenza IP x4 (protetto contro gli spruzzi d’acqua) e non idonei in atmosfera "potenzialmente esplosiva".
Non penso aver esagerato sulla pericolosità dell’utilizzo improprio dell’alcool, mai prendere troppo alla leggera un pericolo se non lo si conosce. Essendo un Professionista Antincendio, iscritto all’elenco M.I. ai sensi della Legge 818/84 con numero iscrizione VT00305P00042, ed operando quotidianamente nella progettazione sulla prevenzioni degli incendi conosco a fondo la materia e quali sono i rischi che possono generarsi da operazioni “apparentemente non pericolose”.
Non fatevi confondere dal color bianco dell'alcol, che per il suo aspetto da la stessa tranquillità dell'acqua di rubinetto ... esso, o i suoi vapori, a contatto con una fonte di innesco sono di un'inaudita violenza e rapidità di azione senza via di scampo.
Fate finta per un momento che nella vostra bottiglia incece che l'alcool ci sia la benzina .... proprio così, sotto certi aspetti i due liquidi si comportano nella stesso modo. Usate le stesse accortezze come se maneggiaste della benzina, vi verrà da solo di non usare fiamme libere ne piastre riscaldate, ed i fumatori staranno anche attenti a tenere la sigaretta accesa durante le operazioni
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