COSTOLE D’ASINO

(Hypochoeris radicata)

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    NOMI COMUNI

    Il nome della Hypochoeris radicata deriva dal fatto che i maiali trovano gustosissima la radice.
    I nomi comuni invece ad esempio dalla conformazione delle foglie costole delle foglie, che sono dure e croccanti (costolina d’asino, costole d'asino), dal fatto che è ricercata dai maiali (ingrassaporci, erba porcellina) ma anche dalla conformazione della crescita delle foglie generalmente aderenti al terreno (piattello, piattella).



    HABITAT

    E’ pianta molto comune in tutta Italia, ed è presente anche nelle isole. Cresce dal livello del mare fino a quote di 1500 metri. La pianta non è inserita nell’elenco delle piante protette.

    DESCRIZIONE DELLA PIANTA

    La costolina è una pianta erbacea che cresce nei prati in genere magri, anche se poi si adatta a tutti i tipi di terreno. E’ una specie perenne, in alcune zone molto diffusa e la rinveniamo anche in Europa.



    In base alle condizioni climatiche cambia un pochino la sua morfologia generale, ma presenta sempre un rizoma legnoso abbastanza ingrossato ed ha una radice a fittone, alla quale si collegano foglie raccolte che hanno la classica conformazione di basale.
    Le foglie sono pelosette, ed se spezzate o tagliate secernono un latice amarognolo del tutto innocuo, che velocemente, ossidandosi, assume un color ocra appiccicoso. Anzi, è proprio questo lattiche che ha le virtù digestive.
    Le foglie hanno una nervatura centrale molto consistente, croccante e rigida, il sapore è gradevole e dolciastro, con retrogusto appena amaro dovuto al lattice.
    Anche se questa specie di pianta non rientra nelle piante officinali, è molto apprezzata per il suo particolare gusto “non amaro” che in genere hanno la maggior parte delle erbe spontanee commestibili.



    Al sopraggiungere delle piogge autunnali si sviluppa quindi la rosetta basale, con le foglie spatolate e pennato-lobate. Dal centro della rosetta, in primavera, spuntano diversi fusti (a volte anche uno solamente) che sono privi di peluria e ramificati, privi di foglie ed all’apice di essi si formano dei capolini che hanno fiori con petali di un bel colore giallo intenso con gli involucri rosso porpora. Essi, a maturità, producono alcheni di 3-4 mm.

    IN CUCINA

    Il decotto delle foglie viene bevuto come si fa per il tarassaco, in quanto gli vengono attribuite proprietà depurative, colagoghe, emollienti, digestive, amaricanti, toniche (nella medicina popolare era utilizzata come antidiabetico – vedi P. M. Guarrera).
    Quando lessate il volume delle foglie diminuisce molto poco rispetto ad altre erbe selvatiche.
    In cucina si usano le foglie fresche e giovani, raccolte con tutta la rosetta basale, tagliando quindi la radice al livello del terreno in modo che possa emettere nuovamente altri getti basali.
    Le foglie tenere vengono utilizzate anche crude inserite all’interno di mischietti di erbe spontanee od insalate comune, le quali rendono più dolce il misto.
    Possono essere raccolte dal tardo autunno fino a fine inverno, ed in alcune zone particolarmente fresche anche fino agli inizi della primavera.
    Chiaramente le foglie più sono vecchie e più diventano amare, anche se non raggiungono mai quello di alcune astaracee.
    Le foglie più dure vengono lessate e ripassate in padella con aglio, olio e peperoncino, anche insieme ad altre erbe spontanee più amare per addolcire il mischietto.
    Possono essere inserite nelle frittate, focacce, ripieni, in tutti quei piatti dove vengono utilizzati gli spinaci.
    Spesso viene inserita in altre erbe meno saporite, come i caccialepri, i crespigni, lattughe in genere, al fine di renderle più gustose.
    Viene inserita anche nelle zuppe tipiche contadine e nelle acquacotte.
    Possono essere, una volta lessate, condite anche con olio, aceto e sale (all’agro), con qualche spicchio di aglio schiacciato a crudo.
    A volte i palpi prima che fioriscono vengono inseriti nelle frittate in sostituzione degli asparagi, rendendo il piatto unico e saporito.

    FONTI
    Immaggini
    - Proprie
    Bibliofrafia
    - Edizioni del Baldo 2010. Enciclopedia delle Erbe, riconoscimento e uso medicinale, alimentare, aromatico, cosmetico.
    - PIGNATTI S., 1982. Flora d'Italia Edagricole;
    - Graziella De Nizza – Erbe Buone e Facili;
    - R.L. Gruppo Editoriale – La grande enciclopedia delle Erbe
     
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