PRUGNOLO SELVATICO

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  1. accursio100
     
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    Oggi vi vorrei parlare di una pianta antica dimenticata nel tempo che veniva utilizzata per fini fitoterapici.
    Si tratta del PRUGNOLO SELVATICO (vedi foto).


    E’ una pianta originaria dell'Asia settentrionale e dell'Europa anche se alcuni autori sostengono che la sua naturalizzazione europea sia postuma.
    Il prugnolo selvatico
    ( Prunus spinosa L.)
    è un arbusto che cresce spontaneo negli incolti,lungo le strade di campagna e nei campi inselvatichiti.
    Si adatta molto bene anche a substrati argilloso calcarei, sassosi, aridi e poveri di azoto.
    Il Prugnolo ama la luce e non sopporta a lungo l'ombra, cresce sulle pendici soleggiate dalla pianura al piano montano sino a quota di 1500 metri. Lo si trova ai margini dei boschi cedui, nelle macchie, nelle lande, nellesiepi, nei valloni, ai margini dei campi, cespuglieti, siepi, nei luoghi sassosi, nei prati e nei vigneti abbandonati.
    Nòccioli di Prugnolo rinvenuti in villaggi palafittici dei laghi nordici e del Varese testimoniano quanto sia antica l'utilizzazione
    di questa pianta.
    Ormai quasi dimenticato in fitoterapia, il Prugnolo veniva un tempo usato come medicinale per la preparazione di numerose ricette popolari.
    Le popolazioni rurali utilizzavano tutte le parti del prugnolo per uso medico.
    Della pianta ai fini fitoterapici venivano usati i fiori, le foglie, la corteccia, i frutti e le gemme.
    La corteccia era usata come febbrifugo, i fiori erano impiegati come lassativi e vermifughi, come calmanti, diuretici e depurativi e godevano, in medicina domestica, di una certa fama nella cura delle malattie sierose, nelle quali aiutavano ad eliminare i liquidi.
    I frutti, se sono raccolti dopo le prime gelate, perdono il sapore asprigno e astringente che li rende immangiabili e diventano più gradevoli e accetti al palato.
    Alcune popolazioni dell'arco alpino usano raccogliere i frutti e metterli a macerare nella grappa e bevono poi il liquore puro o diluito con acqua, come corroborante, contro le diarree e i disturbi intestinali.
    Il fusto della pianta era impiegato in lavori artigianali per ottenere ritorti bastoni da passeggio.
    La corteccia era utilizzata per la sua attività antipiretica ma anche per conciare le pelli e tingere in nero, in virtù del suo contenuto in tannini. Le foglie erano utilizzate come surrogato del thè.
    La pianta in Italia viene spesso confusa e chiamata erroneamente "Biancospino" ed è usata
    per sofisticare lo stesso.
    FRUTTI DEL PRUGNOLO SELVATICO. Componenti e principi attivi:la droga è costituita dai frutti maturi, freschi o disseccati di prugnolo selvatico, come pure dalle loro preparazioni a dose attiva.
    Epoca di raccolta:
    settembre- ottobre.
    Istruzioni:
    raccogliere a completa maturazione, alla quale resistono ostinatamente.
    Il sapore a maturazione è dolcigno-acidulo anzichè aspro-acerbo.
    Odore lieve, sapore arcigno-restiingente. Resa: 25%.
    Conservazione: Dopo accurata cernita, essicazione prolungata ed imballo in sacchiere o casse.
    Proprietà:
    Astringenti, antidiarroici, tonici generali.
    L'estratto acquoso dei frutti freschi ha dimostrato di possedere un'azione
    antidepressiva per azione di stimolo sulla serotonina.
    Indicazioni:

    il frutto è risultato utile nelle flogosi delle mucose orofaringee, nelle diarree e negli stati di ipostenia e depressione.
    Ricettario:

    dosi e preparazioni:
    Uso interno: utilizzato come droga contusa in infusi ed altri preparati
    galenici per colluttori.
    Dose giornaliera media suggerita: 24 grammi di droga o la dose corrispondente delle varie preparazioni.
    Il succo dei frutti può essere usato per gargarismi contro stomatiti, faringiti, gengiviti, afte e ulcerazioni
    del cavo orale.
    Decotto al 5% come antisudorifero e astringente; al 5-8% per sciacqui nelle irritazioni del cavo orale.
    Contro l'affaticamento e l'astenia preparare un decotto con 40 grammi di frutti per un litro d'acqua, lasciare bollire per 5 minuti e bere nella giornata.
    Per favorire e stimolare la crescita nella pubertà, bere un decotto ottenuto facendo bollire 50 grammi di frutti in un litro di acqua per 5 minuti; da bere nella giornata.
    Lo stesso decotto aiuta a combattere i foruncoli; berne due tazze al giorno..
    Per ottenere un decotto da utilizzare in caso di stanchezza,affaticamento e debolezza fisica: 40 grammi di frutti maturi da bollire in un litro d'acqua per 5 minuti, si lasci a macero sino a raffreddamento e bere nella giornata.
    La pasta dei frutti maturi in dosi di 20-50grammi al giorno, sono indicati nella debolezza di stomaco, diarrea e dolori renali.
    I frutti sono da utilizzare per conserve,marmellate, ratafià, vino di prugnolo.
    Distillando i frutti di Prunus spinosa si ottiene un liquore migliore del kirsch (il quale,invece, è ottenuto con le drupe schiacciate del Prunusavium L. ed è considerato tra i più gradevoli stimolanti delle viedigestive).
    Acquavite da bere a bicchierini, anche se fortemente tannici.
    I frutti possono essere utilizzati per aromatizzare la grappa.
    Il liquore "Fourderaine" della Francia settentrionale si ottiene macerando per un mese un chilo di frutti contusi in un litro di acquavite e quindi filtrando; si aggiunge poi per ogni litro mezzo chilo di sciroppo semplice di zucchero.
    Lo sciroppo ricavato dai frutti secchi, come correttivo del sapore per composti contenenti ioduri.
    I frutti mangiati freschi con succo dilimone come vitaminici ed efficenti nelle affezioni delle vie urinarie.
    Una manciata per litro: bollire alcuni minuti, bere al bisogno.
    Marmellata: cuocere 1 Kg di frutti con 250 grammi di vino bianco, 250 grammi d'acqua, la parte gialla grattugiata della scorza di mezzo limone, un pizzico di cannella ed un chiodo di garofano.
    Quando tutto il liquido è evaporato, passare a setaccio per togliere i noccioli e conservare in vasellame sterile.
    Liquore: macerare per 60 giorni 500 grammi di frutti schiacciati in un litro di grappa con un pizzico di cannella ed un bastoncino di vaniglia.
    A tempo trascorso, colare e spremere accuratamente, aggiungere uno sciroppo ottenuto da 320 g. di zucchero sciolto in 180 g. di acqua.
    Mescolare bene e lasciare stagionare per qualche mese.
    Si prenda puro o diluito in acqua calda o fredda come corroborante e contro i disturbi intestinali.
    Con i frutti si può preparare un'insalata al succo di limone, efficace nelle affezioni della vescica e dei reni.
    Uso esterno:
    ridotti in poltiglia ed applicati, calmano l'infiammazione e servono anche per maschere di bellezza spiccatamente astringenti.
    IL decotto dei frutti non del tutto maturi (un pugno in mezzo litro d'acqua) per sciacqui e gargarismi risolve le infiammazioni del cavo orale.
    Effetti collaterali e indesiderati: Non sono stati sino ad oggi, sperimentalmente evidenziati.
    Interazioni: Non sono state, ad oggi, sperimentalmente evidenziate.

    Riferimenti: Monografia della Commissione E: Pruni spinosae fros" (Schlehdombluten) Banz. Nr.101 del 1.6.1990.

    Attenzione: Le applicazioni farmaceutiche e gli usi alimurgici sono indicati a mero scopo informativo, decliniamo pertanto ogni responsabilità sul loro utilizzo a scopo curativo, estetico o alimentare.
     
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    Devo farti i miei personali complimenti accursio, e per diversi motivi :
    - hai trattato una pianta che adoro, tra le prime a fiorire con i suoi candidi fiorellini dopo i rigori invernali. La adoro anche perché spesso quando vado in cerca di funghi assaporò alcuni de suoi frutti maturi, anche se sono sempre astringenti anche a completa maturazione;
    - hai trattato ottimamente la pianta in tutti i suoi aspetti, dagli usi tradizionali a quelli moderni, dalle applicazioni per uso esterno alle preparazioni di liquori e marmellate;
    - hai giustamente riportato la fonte ufficiale dove hai preso il trattato con la massima umiltà e serietà.

    N.B.: sotto i cespugli dei prugnoli crescono in primavera degli ottimi funghi, il Calocybe gambosa.
    Può essere considerato la specie primaverile per eccellenza, e se è una stagione piovosa la nascita si protrae fino a giugno, )



    Per non sbagliare data occorre innanzitutto consultare il calendario. Sì perché il 23 aprile, festa di San Giorgio, secondo una vecchia tradizione il nostro fungo fa la sua prima apparizione fra arbusti e pruni da cui deriva il nome di prugnolo (Lyophyllum georgii o Calocybe gambosa) .

    Può essere considerato la specie primaverile per eccellenza, anche se poi la sua nascita si protrae fino a giugno.
    Massima attenzione anche ai ricercatori più esperti, il fungo può essere confuso con
    Il malefico Entoloma lividum , un tipico fungo prevalentemente autunnale da cui si differenzia per le inconfondibili lamelle color ocra salmone. Il fungo del prugnolo ha il cappello biancastro e leggermente giallo-ocra al centro, gambo robusto e carnoso,
    sapore della carne leggermente dolce ed emana un inconfondibile aroma di farina fresca.
    In cucina il fungo del prugnolo è da considerarsi fra i migliori.
    Ottimo per ottenere creme da crostini, risotti, zuppe, frittate, ed altre prelibatezze.
     
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1 replies since 28/10/2016, 22:41   341 views
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