La carota selvatica

(Daucus carota L.)

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    La carota selvatica appartiene alla Famiglia delle Apiaceae ed è una specie officinale commestibile. Da essa, per mezzo di ibridazione, si è giunti alla carota coltivata (Daucus carota subsp. sativus)



    HABITAT
    Cresce in prati incolti e prati magri ed aridi, generalmente possiamo rivenirla ai margini delle strade, ma anche in ambienti ruderali e zone aperte e molto soleggiate.

    E’ presente in tutto il territorio italiano, e la rinveniamo anche a quote intorno ai 1.500 m s.l.m. di altezza, e fiorisce da aprile sino a dicembre.
    E’ una pianta erbacea, biennale per natura ma può anche diventare una perenne.



    DESCRIZIONE
    I suoi fusti sono robusti, ispidi e lignei con l’avanzare del tempo, spesso ramificati con un portamento spesso cespuglioso. La carota selvatica può facilmente raggiungere e superare l’altezza di un metro. Nel primo anno emette le foglie basali, e nel secondo produce il fusto.
    Le foglie sono picciolate, quelle basali sono lanceolate.



    In genere sono lunghe fino a 12 cm, 2-3 la pennatura.

    I fiori sono ad ombrello, delicatamente profumati, di dimensioni molto variabili a seconda il terreno e la zona climatica di dove vengono raccolte.
    Comunque hanno un diametro da pochi centimetri fino a 10-12 cm abbondanti.
    I fiori sono piccolissimi, hanno 5 petali bianchi, o talvolta tendenti al rosa chiaro, con le estremità arrotondate.



    Molto spesso al centro dell’ombrella è presente un fiore sterile di colore bordeaux scurissimo. Questo ci aiuta ad identificare in modo sicuro la pianta.
    ATTENZIONE : quando si raccoglie la carota selvatica per il consumo alimentare bisogna SEMPRE prestare la MASSIMA ATTENZIONE a non confonderla con la MORTALE cicuta (Conium maculatum L.). Per distinguerle può aiutarci lo strofinamento delle foglioline tra le dita. Annusandole quelle della carota emanano il ben noto profumo, mentre quelle della cicuta emettono uno odore sgradevole, quasi di topo.
    Inoltre la carota selvatica a un fusto ispido e pieno e molto tenace, quello della cicuta invece è liscio, maculato, cavo e si spezza facilmente.

    I fiori sono dotati di brattee lineari formate da una rachide centrale e lacinie laterali.



    Le brattee al momento della fioritura sono distese, per poi piegarsi verso l’interno al momento della fruttificazione, quasi a voler proteggere il frutto e formando una specie di nido.



    All’inizio dell'impollinazione i fiori contenenti i numerosi semi sono verdi, poi assumono una colorazione vinacea. Quando assumono questa colorazione hanno il massimo contenuto di olio essenziale e di principi attivi , perchè giunti alla massima maturazione.



    Con il passar del tempo i fiori si seccano completamente, ed i semi perdono completamente il contenuto d'acqua.



    Sono pronti a cadere e garantire la sopravvivenza della specie. Ricordo che la carota selvatica è considerata un'infestante, proprio perchè ogni singola pianta riesce a produrre migliaia di semi.
    Anche se la germinabilità dei semi è inferiore al 50%, anche se i piccoli semini non si interreranno se non con le abbondanti piogge e nel frattempo vi sarà razzia da parte degli insetti che se ne cibano, vi assicuro che sotto la pianta madre nasceranno molte nuove piantine.

    I frutti (semini) sono degli acheni di forma appiattita che si scuriscono progressivamente.
    Sono, ovali o ellittici, con coste principali longitudinali, sono ricoperti di peluria e muniti di piccoli aculei a punta.



    Le specie è molto polimorfa.

    La sua radice è rappresentata da un robusto fittone verticale.



    E legnosa al centro nel secondo anno di vita della pianta, anche se la cuticola esterna rimane carnosa. Le radici delle piante del primo anno invece sono tenere, ma pur sempre fibrose se paragonate a quelle della specie coltivata. La lignificazione aumenta con l’età della pianta. La radice è di colore bianco-bianco sporco fino al giallo.



    UTILIZZO
    Le Parti utilizzate della carota selvatica sono le giovani foglie basali, le radici tenere ed i semi.

    Le foglie basali si raccolgono in primavera, e possono essere consumate, come tutte le altre erbe commestibili, crude in misticanza di verdure, lessate, passate al burro, aggiunte a minestroni e zuppe.
    In particolare, contengono sostanze resinose, sali minerali e vitamina E. Esercitano un’azione diuretica e mineralizzante

    Le radici delle piante del primo anno si raccolgono da ottobre fino a tardo autunno. La pianta del primo anno ha solo la rosetta basale e non lo stelo con il palco floreale, quindi la distinzione è facilitata. Possono essere unite ad altre verdure nelle minestre, alle quali aggiunge un sapore particolare, ma solo dopo essere state tagliate in piccoli pezzetti quando e raccolte quando sono ancora tenere, oppure utilizzando solo la parte esterna della radice che risulta quasi sempre carnosa e croccante.



    Può essere lessata e unita a risotti, donando alla pietanza un retrogusto piccante. Può essere utilizzata anche nella preparazione di salse per condire carni e pesci.
    E' ottima in insalata, condita con olio o aceto oppure gustata come contorno o come semplice antipasto (in pinzimonio). Cotta a vapore o in acqua, rappresenta un buon ingrediente per la preparazione di brodi, minestroni, ragù, ripieni, biscotti, torte dolci e salate. Può essere conservata anche sottaceto o sottolio.

    Semplice salsa alle carote selvatiche:
    Ingredienti:
    - radici di carote selvatiche;
    - olio extra vergine di oliva;
    - succo di limone;
    - sale.
    Dopo aver lavato ed asciugato le radici grattugiatele. Unitevi l'olio, il sale ed il succo di limone. La salsa è adatta al condimento di pesce e carni bollite.

    Risotto ai galletti e carote selvatiche
    Fate soffriggere la cipolla nell'olio evo, e poi tostateci il riso aggiungendoci mezzo bicchiere di vino bianco amabile. Aggiungete poi le carote precedentemente tritate e sbollentate insieme ai funghi tagliati in quattro parti. Continuate la cottura aggiungendo un poco di brodo caldo all'occorrenza, finchè il riso è al dente. Abbassate la fiamma e mantecate con una noce di burro e del parmigiano. A fiamma spenta aggiungete a piacere del prezzemolo sminuzzato.

    I semi sono utilizzati per dell’estrazione dell’olio essenziale e si raccolgono ad agosto-settembre. L’olio essenziale ha un gradevole profumo di Iris, e viene impiegato nei prodotti cosmetici, soprattutto nelle creme antirughe.
    L’olio essenziale è spesso utilizzato in liquoristica e per la preparazione di sostanze aromatiche, fragranze per saponi, detergenti, lozioni e profumi.

    La pianta contiene diversi principi attivi come acetone, asarone, colina, etanolo, acido formico, saccarosio, glucosio, glutatione, asparagina, carotene, pectona, flavonoidi, vitamine B1, B2, C, PP, E, D, e sali minerali.

    Il macerato oleoso della carota selvatica dei semi o della radice del primo anno, è molto usato nella cosmesi, e visto i suoi principi attivi è molto usata nei preparati antiossidanti dato che è ricco di Vitamina A, alfa e beta-carotene. Previene la formazione di rughe e viene inserita nei prodotti antinvecchiamento.
    Previene inoltre la pelle secca e le sue impurità.
    Qui avete il link di come fare l'oleolito .... https://naturaebellezza.forumfree.it/?t=71514960
    Qui avete il link dell'estrazione del preziosissimo olio essenziale di carota selvatica https://naturaebellezza.forumfree.it/?t=%2071438377

    La polpa della radice pestata con mortaio è un buon antinfiammatorio ed adatto a curare piaghe, sfoghi cutanei e screpolature della pelle.
    La polpa della radice viene anche utilizzata per preparare delle maschere di bellezza.

    FONTI
    Immagini e racconto
    Autore del post
    Bibliografia
    - Formenti A.: La carota, Oaucus carota L.”, Farmacia Naturale
    - Valnet 3: cura delle malattie con ortaggi frutta e cereali, Giunti Martello
    - Gerras c. et al.: Il libro completo delle vitamine, Giunti Ed.

    Edited by Piergiorgio - 10/11/2015, 18:59
     
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  2. monica.g
     
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    Giusto ieri all'EXPO si parlava di carote selvatiche e coltivate, ho fatto provare al mio compagno la differenza di aroma e gusto tra le due, se avete la fortuna di trovarle e seguire le indicazioni di Piergiorgio fatene scorta ;)
     
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    Grazie monica.g .... spero a breve di darli indicazioni per l'oleolito ;)
     
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  4. Colette81
     
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    Come sempre un ottimo lavoro e un piacere leggere,complimenti!!!
    :MOLLIE14.gif:
     
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  5. luciana 61
     
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    Ciao Piergiorgio e grazie per condividere con noi tutto questo. Non vedo l'ora di imparare a fare l'oleolito di carota selvatica, ho già individuato la pianta (la conosco bene ma non sapevo che fosse una carota selvatica) :o: spero solo di non confonderla con la cicuta.....Argh... ma si riconosce solo dal'odore?
     
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    Ciao Luciana
    Un altro modo semplice per distinguere la pianta della carota selvatica dalla cicuta, oltre al profumo che emana, e quello dell'osservazione del fusto. La carota selvatica ha un fusto robusto, pieno al suo interno. Al tatto risulta ispido, ricoperto quindi da peli setosi. Pretendo il fusto con le mani risulta molto elastiche flessibile.
    Il fusto della cicuta invece è privo di peli, quindi presenta una superficie liscia simile a quella del finocchio selvatico. Il fusto è cavo all'interno impiegando lo sì spezza facilmente.
     
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  7. luciana 61
     
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    Grazie Piergiorgio, scusa la distrazione, lo avevi già specificato nella descrizione.
    Comunque ...è carota, ho provato a strofinare le foglioline alla base del fusto e odora proprio di carota.
     
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    Perfetto luciana ... sto facendo gli esperimenti per fare l'oleolito ... vi tengo aggiornati ;)
     
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7 replies since 21/9/2015, 21:07   3479 views
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